Estratto dell'articolo di Angelo Di Natale su Alganews di Lucio Giordano.
Di recente, a scandalo “Popolare di Vicenza” deflagrato, le cronache hanno svelato la storia, non meno incredibile, di un altro giudice, in questo caso un gip per bene che ebbi modo di conoscere direttamente, Cecilia Carreri, fatta fuori perché, nel 2005, dodici anni fa (io ero già andato via) si era opposta con solidissime motivazioni all’archiviazione di un procedimento penale contro la Banca Popolare di Vicenza del “pregiudicato” Zonin: si, già allora e da tempo, l’imprenditore era tecnicamente un cittadino pregiudicato per frode commerciale commessa nella produzione dei vini, ma in tutto il tempo di lavoro in Veneto ero stato il solo a scriverlo e a dirlo, mentre tutti lo ossequiavano! Se a Cecilia Carreri non avessero impedito – vessandola in tutti i modi fin quasi alla morte fisica e psicologica – di fare il suo dovere, dieci anni prima Zonin sarebbe stato smascherato e fermato in tempo, prima che la sua gestione depredasse centinaia di migliaia di famiglie di oltre dieci miliardi di euro e i contribuenti italiani del doppio. E invece tutto ciò è avvenuto anche per la complicità di una rete di affaristi e manovratori all’interno perfino delle più alte istituzioni di garanzia come settori della magistratura, sicché oggi quel banchiere, intestati i suoi beni ai familiari, con le loro carte di credito può circolare libero a Milano e fare shopping in via Montenapoleone.