Una sconfitta per tutti
Articolo di Nicola Berti su Il Sussidiario.net
Diciannove mesi fa - era fine novembre 2015
- il Consiglio dei ministri si riunì brevemente
di domenica per decretare il fallimento
pilotato di quattro banche (Eruria, Marche,
ecc.). Sul Sussidiario scrivemmo (fra poche
voci) che la mossa del governo non
convinceva per nulla: che era a un tempo
tardiva e affrettata, che la distruzione di
fiducia prodotta dal provvedimento di
risoluzione dentro e attorno il sistema
bancario italiano prometteva solo di
aggravarne i problemi. Oggi non ci sentiamo
di commentare diversamente l'ennesimo decreto domenicale dell'esecutivo sul
fallimento pilotato di Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Pesa anzitutto l'aggravante di non aver fatto minimo tesoro dalla lezione delle
risoluzioni del 2015. La prima e più importante era e resta che le banche decotte
vanno fatte uscire dal sistema appena possibile, non il più tardi possibile. Lo ha
ripetuto nelle ultime Considerazioni finali il governatore della Banca d'Italia Ignazio
Visco: forse per rammentare che di lui - capo della vigilanza nazionale e membro del
consiglio Bce - a fine 2015 (e anche dopo) veniva pregiudizialmente ignorato dal
premier Matteo Renzi e dal ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan.
È vero peraltro che la situazione via via più problematica della Popolare di Vicenza
era ben nota in via Nazionale fin dal 2001. Ma è vero anche che dal 2002 l'ex
dominus della Vicenza - Gianni Zonin - è stato anche nel mirino della magistratura,
ma per certi versi anche sotto una paradossale protezione. Sono quasi due anni che
Zonin è sotto indagine da parte della Procura di Vicenza (solo per ostacolo alla
vigilanza) e mentre il crac della banca ha presentato via via conti a dieci zeri in euro
ai vecchi azionisti, alle banche e fondazioni salvatrici di Atlante e ora anche ai
contribuenti, il principale responsabile è sempre stato libero: anche di mettere in
salvo i suoi beni privati. (Nei prossimi giorni uscirà un libro estremamente
inquietante, scritto da Cecilia Carreri: una magistrata che quindici anni fa fu
chiamata a indagare su Zonin e la Vicenza, ma - racconta - venne sistematicamente
sabotata dai suoi superiori).