Appello al Ministro Alfonso Bonafede
Egregio Ministro della Giustizia
avv. Alfredo Bonafede
Via Arenula
Roma
Sono il giudice Cecilia Carreri, da oltre dieci anni sto svolgendo una difficile battaglia per recuperare la toga che mi è stata strappata di dosso, e per recuperare la mia dignità di magistrato che ha sempre servito lodevolmente lo Stato. Mi sono laureata con il massimo dei voti, e ho svolto per tanti anni il mio ruolo di giudice penale in modo efficiente, con la stima e il rispetto di tutti. Ho un ottimo curriculum accademico, come risulta dal mio fascicolo presso il Csm. Ho gestito processi importanti con autonomia e indipendenza, sono stata il giudice per le indagini preliminari che ha tentato di fermare la gestione illegale della Banca Popolare di Vicenza che ha messo in ginocchio un'intera economia, e sul lastrico migliaia di famiglie.
Poi ho subito anni di attacchi e persecuzioni inspiegabili che mi hanno spinta alle dimissioni. I giornalisti hanno scritto che sono stata pugnalata alle spalle.
Il Csm respinge la mia richiesta che sia dichiarata la nullità delle mie dimissioni, concluse con un Decreto Ministeriale nullo e invalidato da ripetute revoche, chiaro segno della mia volontà di restare in servizio. Soltanto Lei, come Ministro della Giustizia, può revocare in via di autotutela il DM 10 settembre 2008 che ha posto fine ingiustamente al mio lodevole servizio in magistratura. Da quando nel 2015 sono iniziate nuove indagini penali sulla Banca Popolare di Vicenza, le vittime di questo enorme crac finanziario reclamano a gran voce, durante cortei e manifestazioni, il mio rientro in servizio perché sono stata il primo giudice a chiedere l'incriminazione dei responsabili. Se mi avessero lasciato lavorare, non saremmo arrivati alla tragedia. Faccio appello a Lei, che è espressione di un nuovo Governo e Parlamento, affinché venga rivisto il mio caso, una vicenda inquietante e dai contorni oscuri che sto subendo da anni. E' davvero incredibile che, in una situazione di emergenza per mancanza di magistrati, un giudice debba penare oltre dieci anni di ricorsi e istanze per riavere il suo posto di lavoro.
Le chiedo pertanto, anche a nome delle migliaia di persone che mi sostengono, un gesto istituzionale di pacificazione e umanità che ponga fine a questa persecuzione, dandomi la possibilità di riprendere il mio lavoro.
La società ha bisogno di poter credere nella giustizia.
Restiamo tutti in fiduciosa attesa, Cecilia Carreri
Vicenza 12 luglio 2018