I giudici che pugnalarono alle spalle Cecilia Carreri
Ecco l'elenco dei giudici che hanno pugnalato alle spalle Cecilia Carreri, violando le leggi a tutela del lavoratore.
Giorgio Falcone, Francesco Lamagna, Roberto Santoro, Michele Colasanto, Flavio Benatti, Valeria Zancan, Ivano Nelson Salvarani, Monica Mazza, Eloisa Pesenti e Agatella Giuffrida, Giovanni Biondo, Eleonora Babudri, Michele Peraro, Vartan Giacomelli, e Stefano Furlani in veste di Segretario.
Il giudice Cecilia Carreri era regolarmente in ferie autorizzate, da due anni non andava in ferie, e il Presidente del Tribunale Dario Pafundi l'aveva sollecitata a fruire di quel congedo ordinario prima della scadenza dell'anno. I colleghi senza attendere il suo ritorno, senza consentirle di ascoltare le loro accuse e di difendersi, la misero sotto processo perché stava facendo una regata velica di cui apparivano notizie positive sul Giornale di Vicenza e pensavano che la Carreri fosse in aspettativa per malattia. Senza informarsi doverosamente, indissero un'assemblea dell'Associazione Nazionale Magistrati, associazione destinata a tutt'altre finalità, con un ordine del giorno falso e di pura facciata. Non è consentito discutere della legittimità della condotta di un lavoratore in sua assenza, senza che questi possa interloquire e difendersi. Durante l'Assemblea, verificarono in cancelleria che la Carreri era regolarmente in ferie, si resero conto di aver fatto un clamoroso errore. Chi indisse quella assemblea fu il pubblico ministero Giorgio Falcone, presidente della sottosezione dell'ANM. Pochi giorni prima, la Carreri aveva ricevuto una strana telefonata da un maresciallo dei Carabinieri che voleva notizie. Falcone trasmise il verbale di quell'assemblea al Presidente del Tribunale Giuseppe Bozza, il quale, violando a sua volta la legge, non consegnò mai a Cecilia Carreri né quel verbale né la successiva denuncia che inoltrò contro la stessa per la regata velica. Non la informò neppure al suo rientro in servizio. Una catena di scorrettezze e illegalità. Ma respinsero ogni accusa. Emisero un comunicato sul Giornale di Vicenza, in cui Vartan Giacomelli, al posto di Falcone, sparito nel nulla, dichiarò che "avevano agito con trasparenza e regolarità formale". La Carreri seppe di quell'assemblea e ne acquisì con fatica il verbale con la conseguente denuncia solo un anno dopo e tramite avvocati. Proprio un capolavoro di trasparenza e regolarità.
Nessuno di loro fu sottoposto a procedimento disciplinare dal Consiglio Superiore della Magistratura per quella grave scorrettezza contro una collega che da quel momento ha subito un calvario giudiziario durato circa dieci anni e che è ha dato le dimissioni per disperazione.